VUOTI A RENDERE di M. Costanzo

La Trama

Due coniugi della terza età, costretti a traslocare per cedere la casa al figlio, ripercorrono la loro travagliata vita di coppia rinfacciandosi errori e mancanze. Tra un litigio e l’altro si alternano momenti di gioia e tenerezza, i ricordi del loro passato: l’incontro con i genitori di lei per chiederla in sposa; i primi anni di matrimonio, le ambizioni, le speranze; due tentativi di tradimento da parte dei protagonisti, entrambi falliti. Una coppia in cui, nelle diverse fasi, tutti si riconoscono.

L’opera

Vuoti a rendere è un testo che non lascia dubbi su ciò che vuole proporre come argomento di riflessione: una coppia non più giovane dopo un matrimonio di 40 anni. Il pretesto è la necessità di traslocare per lasciare l’alloggio al figlio. Nell’accostarsi a questo testo si può essere fuorviati da una comicità leggera e dal primo impatto con il protagonista maschile che dialoga con il pubblico: si può pensare di trovarsi in un ambiente un po’ cabarettistico dove si gioca con la complicità del pubblico e l’assenso dello spettatore. In realtà, il gioco che viene proposto, non è altro che l’analisi di questo rapporto di coppia che si è consumato nel tempo e che si è caricato di abitudini, luoghi comuni, di déja-vu, in cui i protagonisti, come la maggioranza delle coppie di una certa età, si ritrovano quasi ad un capolinea dove si rendono conto che la loro vita è proceduta secondo automatismi collaudati, ” … senza fuoco, un lampo … “, adattandosi.

 

L’elemento più appariscente, e anche il primo che appare allo spettatore nella scena iniziale, è il litigio, infarcito di ironie e sarcasmi, che consente di dare un ritmo sostenuto ai dialoghi. All’interno dei litigi, poi, appaiono le debolezze, le ammissioni di incapacità, di sconfitta nelle piccole battaglie quotidiane. Naturalmente a tali ammissioni seguono goffi tentativi di riabilitazione e di giustificazione dell’operato. Questo altalenarsi di depressioni ed impennate d’orgoglio è sottolineato per dare respiro ai dialoghi. Ma attenzione: i due protagonisti, come arrivano a rinfacciarsi debolezze e incapacità, arrivano anche a dirsi che si amano, cosa che hanno sempre saputo, ma che la routine quotidiana ha fatto mettere in secondo piano.

 

Dunque lo spettacolo ha nel suo racconto principale, un movimento che porta a un graduale rallentamento dell’azione. Ciò non vuol dire che porti a un suo rattristamento, bensì il tutto arriva ad un addolcimento finale sfociando in” una grande poesia, come lo stesso testo propone. Ma come fare a non cadere nel melenso, nel rallentato? E’ lo stesso testo che viene in soccorso alla regia con i flashback, che ci propongono i protagonisti a 20 e a 40 anni: il vederli in momenti così diversi e, soprattutto in momenti passati, ci consente di ridere delle loro debolezze e della loro stupidità in maniera totale, perché ridere del passato non ferisce più. Ancora due scene ci consentono di giocare con il comico: i racconti di due “sbandate”, due tentativi di tradimento, che i due si confessano reciprocamente, e che invece di essere soltanto raccontata dai protagonisti, diventano due vere e proprie scene.