GIA’ PRIMA CHE CALASSE IL DI’ – Bertold Brecht

Con: Ileana Spalla e Sergio Danzi
Tastiere: Luciano Ratti
Clarinetto: Paolo Bussa
Foto: Franco Rabino

L’opera

Bertolt Brecht morì il 14 agosto del 1956.
Fu esule e andò cambiando più spesso paese che scarpe, portando sempre con sé un mattone per mostrare al mondo com’era stata un giorno la sua casa.
Conobbe il terrore e la miseria del terzo Reich e guardò la Germania, pallida madre, sedere insozzata tra i popoli. Vide la falsità della storia e capì che la menzogna si scrive col sangue, mentre per la verità basta l’inchiostro.
L’unica usurpazione che concepiva era quella della dolce violenza che la ragione usa agli uomini.

 

Lasciò il suo canto, dove una rima sarebbe sembrato un atto protervo. Ecco allora uno dei suoi canti. A distanza di sessant’anni nulla è cambiato. Ci sono ancora città in rovina, delle quali resta solo il vento che le attraversa.
Nelle guerre i primi a morire sono ancora i bambini, gente di domani che chiedeva un “oggi”.
Oggi come allora esistono ragazzi che scappano dal loro paese devastato dalla guerra in cerca di una terra dove vivere in pace.